PARMA (mercoledì 24 aprile 2024) – Non si fermano i contagi da peste suina tra i cinghiali presenti nel territorio di Parma. Come riporta anche il quotidiano online Parma Today, del problema parla direttamente il presidente del Consorzio del Prosciutto Crudo Alessandro Utini.
di Luca Bovio
Secondo il rappresentate del Consorzio che raggruppa tutti i produttori del prosciutto crudo di Parma benché al momento il contagio sia limitato ai cinghiali selvatici gli imprenditori sono comunque preoccupati.
Questo perché: “sin dai primi casi riscontrati nella nostra penisola Cina, Giappone, Taiwan, Messico hanno chiuso il proprio mercato indistintamente a tutti i prodotti a base di carne suina“.
Il presidente Utini poi aggiunge: “Il nostro Paese da oltre due anni sta affrontando Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma – com’è noto, la diffusione del virus della Peste Suina Africana (PSA). In provincia di Parma i primi casi sono stati registrati all’inizio del 2024 ed è di alcuni giorni fa la notizia relativa al rinvenimento di una carcassa di cinghiale risultata positiva alla PSA nel Comune di Varano de’ Melegari, parte del territorio di produzione del Prosciutto di Parma. Questo evento sta generando un considerevole carico di preoccupazioni presso un settore produttivo già estenuato dalla continua minaccia del contagio“.
E continua: “Nonostante sia stato specificato numerose volte, vale la pena ribadire un concetto di primaria importanza: la Peste Suina Africana, estremamente nociva per cinghiali e suini, non ha alcun impatto sull’uomo, poiché non è in nessun modo trasmissibile dall’animale alle persone. È importante precisare, inoltre, che al momento attuale il contagio nelle nostre zone interessa soltanto la fauna selvatica, ovvero i cinghiali“.
Utini lancia quindi un messaggio: “Desideriamo pertanto tranquillizzare il consumatore e il settore distributivo riguardo al fatto che la malattia non rappresenta alcun pericolo per l’uomo e che né in Italia né nell’Unione Europea vi sono limitazioni alla commercializzazione del nostro prodotto. Detto questo, l’arrivo del virus nel territorio di produzione del Prosciutto di Parma impone alcune precisazioni rispetto all’export extra-Ue, una leva importante per la stabilità del comparto produttivo della DOP“.
Per quanto riguarda il fatto che alcuni paesi abbiano interrotto le importazioni di prosciutto di Parma il presidente Utini specifica: “ad eccezione dei Paesi menzionati sopra, che già in precedenza avevano chiuso le loro frontiere, il Prosciutto di Parma continua a circolare regolarmente verso le destinazioni d’esportazione, siano essi Stati membri o Paesi Terzi. Le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per l’export come gli Stati Uniti e l’Australia“.
E conclude con l’auspicio che: “tutte le iniziative intraprese dal Ministero della Salute, dal Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana, dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste e dalle Regioni competenti portino al contenimento ed eradicazione del virus, e a tutti va l’invito a compiere un ulteriore sforzo per raggiungere al più presto questo fondamentale obiettivo“.
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