PARMA (giovedì 9 maggio 2024) – Gli arresti nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova, che hanno coinvolto il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, interessano anche Paolo Emilio Signorini, amministratore delegato di Iren. La società multiservizi fondata a Reggio nell’Emilia vanta diversi comuni della regione Emilia-Romagna come soci, fra i quali anche il Comune di Parma.
di Riccardo Saccoccia
Paolo Emilio Signorini, oltre che AD di Iren, è anche presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale: ovvero l’ente pubblico che amministra la gran parte dei lavori e delle attività che riguardano appunto il porto di Genova. L’imprenditore dovrà rispondere all’accusa di corruzione. Secondo la procura Signorini avrebbe illecitamente favorito alcune attività di Aldo e Roberto Spinelli, noti imprenditori della logistica portuale, ricevendo in cambio dei benefici.
La Procura parla nello specifico della presunta consegna di 15mila euro in contanti il 14 luglio del 2022, una ventina di soggiorni nel lussuoso Hotel de Paris di Monte Carlo, per un totale di 42 notti e vari servizi extra, per un totale di 42mila euro e poi una borsa Chanel e un bracciale d’oro da 7.200 euro. Pare che Spinelli avrebbe inoltre messo a disposizione le proprie carte di credito a Signorini, durante un viaggio fatto a Las Vegas nel dicembre 2022 e avrebbe promesso a quest’ultimo un incarico da 300mila euro all’anno una volta terminato il mandato di presidente dell’Autorità portuale.
Accuse pesanti che macchiano la reputazione dell’azienda reggiana e che sono costate a Signorini l’arresto in via cautelare, al momento l’unico degli indagati in carcere dato che lo stesso Toti si trova in regime di arresti domiciliari. L’amministratore delegato di Iren è anche indagato per alcuni favori ricevuti da Mauro Vianello, un altro imprenditore che controlla la Santa Barbara srl, attiva nel porto di Genova.
Iren ha deciso di distribuire le deleghe di Signorini tra il presidente Luca Dal Fabbro e il vicepresidente, Moris Ferretti. Il Consiglio di amministrazione ha poi deliberato la sospensione dello stipendio e del compenso, che si aggirava intorno ad un fisso di 400 mila euro all’anno, più una quota di ulteriori 100 mila euro legata ai risultati raggiunti. L’azienda di Reggio Emilia ha subito specificato che le accuse non riguardano le attività di Signorini degli ultimi otto mesi da presidente di Iren, ma i danni fatti da questa inchiesta saranno difficili da arginare.
Si sta infatti facendo strada l’ipotesi che alcuni comuni potrebbero uscire dalla multiutility di cui sono soci. Tuona anche la voce del Sindaco di Parma, Michele Guerra, sulla vicenda, che ha chiesto da subito le dimissioni di Signorini. Quest’ultimo è stato interrogato stamattina nel carcere genovese di Marassi, dove si trova rinchiuso dallo scorso 7 maggio. Nell’inchiesta, a carico del capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, pendono anche accuse di corruzione elettorale, secondo i magistrati, per agevolare l’attività mafiosa del mandamento di Riesi, radicato nella provincia di Caltanissetta ma attivo anche in Lombardia e nella città di Genova.
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