PARMA (venerdì 19 aprile 2024) – Coldiretti si aggiunge a Confagricoltura ed Europa Verde, con un appello che chiede un cambio di passo sulla gestione di una presenza di cinghiali ormai fuori controllo che sta facilitando la diffusione della malattie e minaccia gli allevamenti. Proprio la fauna selvatica è praticamente l’unico vettore di diffusione della peste suina africana.
di Riccardo Saccoccia
Uno dei problemi, fa notare Coldiretti, è che secondo le attuali regole, basta un cinghiale malato rinvenuto a chilometri di distanza da una stalla per far scattare la decisione di abbattere migliaia di maiali perfettamente sani. L’associazione rivolge poi dei complimenti al Ministro Francesco Lollobrigida, che ha chiesto alla Commissione europea un approccio diverso, che tuteli le imprese e i consumatori.
La gravità del problema è non indifferente, il rischio immediato è che il propagarsi della peste suina faccia scattare le restrizioni all’export, con un danno potenziale da 2.32 miliardi di euro (secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero nel 2023).
Ma, come fa notare Coldiretti, il rischio maggiore è per la filiera suinicola italiana, una delle più performanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale, con 5.000 allevatori professionali e altri 30.000 piccoli allevatori: in tutto si allevano 10 milioni di suini che rappresentano il prodotto di base per la filiera dei grandi prosciutti DOP italiani e delle altre 20 tipicità DOP dei salumi.
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