PARMA (mercoledì 8 maggio 2024) – La peste suina nel territorio di Parma sembra continuare ad essere un problema. Come riporta anche il quotidiano online Parma Today, a Felino lo storico salumificio Felinese ha messo in cassa integrazione i dipendenti a causa del ritrovamento di un cinghiale colpito dall’infezione nel territorio.
di Luca Bovio
Dal mese scorso, quando nel territorio di Fornovo venne ritrovata la carcassa di un cinghiale affetto da peste suina, la Zona di restrizione 2 fu allargata anche a Collecchio, Sala Baganza e, appunto, Fornovo. Questo ha, inevitabilmente, avuto delle ripercussioni sulle esportazioni di salumi.
Difatti, la Felinese, ha i suoi stabilimenti tutti situati nella zona di restrizione, la quale impone di non esportare salumi con una stagionatura inferiore ai 400 giorni. Ciò ha danneggiato gli affari, poiché lo stabilimento vede la maggior parte della propria produzione assorbito dal mercato del Nord America.
Sull’argomento è intervenuto anche il ministro dell’agricoltura Lollobrigida, presente a Cibus: “Abbiamo previsto l’intervento dell’esercito e della protezione civile ma c’è un altro lavoro da fare per invertire lavoro in Europa perché se c’è un cinghiale infetto nel raggio di alcuni km non esporti più: è sbagliato. Va fatto un lavoro a livello europeo e stiamo lavoriamo con altre nazioni per raggiungere un accordo“.
Tag: cassa integrazione, parma, peste suina Last modified: Maggio 8, 2024