PARMA (lunedì 29 aprile 2024) – Il sovraffollamento delle carceri italiane, di cui avevamo già parlato, continua a preoccupare. La Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Parma Veronica Valenti, dopo l’Antigone, torna a disegnare il quadro circa il carcere di via Burla e questo problema.
di Riccardo Saccoccia
“Diciamo che la nostra casa circondariale è quella, tra virgolette, messa meglio – afferma la Garante Valenti, un dato che rincuora a metà – Noi siamo messi meglio perché abbiamo, allo stato attuale, un indice di affollamento pari al 108% – a livello nazionale, dice Veronica Valenti, l’indice sfiora il 130% – Però abbiamo delle criticità che discendono anche, mi sia consentito dirlo, da scelte prese a livello nazionale. Per esempio: se voi andate a vedere l’applicazione della circolare di riorganizzazione del circuito della media sicurezza, vi renderete conto come questa abbia creato un po’ di tensione e come ci siano dei problemi nella gestione di determinati detenuti. Abbiamo un problema a Parma alla sezione ex articolo 32, in cui vengono trasferiti detenuti che, diciamo così, creano più pregiudizi per la sicurezza e l’ordine.”
“Il nostro è un istituto molto grande – aggiunge infine la Valenti – rispetto anche agli altri istituti penitenziari, dove c’è un sotto organico della polizia penitenziaria, dove l’ufficio dell’esecuzione penale dell’area esterna presenta un sotto organico del 50%, diventa problematico. Anche i tempi per entrare in misure alternative si rallentano. E questo crea tensione di tenuta della gestione interna.”
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