Scritto da 1:33 pm Parma, Attualità

L’Azienda Usl di Parma condivide alcuni accorgimenti per il contenimento della peste suina africana

L'Azienda Usl di Parma condivide alcuni accorgimenti per il contenimento della peste suina africana

PARMA (lunedì 22 aprile 2024) – Si continua a parlare dell’epidemia di peste suina africana (PSA), in provincia di Parma i primi casi sono stati registrati all’inizio di quest’anno. Ad oggi, il contagio nelle nostre zone interessa soltanto la fauna selvatica – i cinghiali – l’infezione non è entrata negli allevamenti. Questa volta è l’Ausl di Parma a parlare del tema.

di Riccardo Saccoccia

“I servizi veterinari sono impegnati nel controllo della peste suina africana soprattutto per evitare l’ingresso del virus negli allevamenti di suini – spiega Marco Pierantoni, direttore del dipartimento di Sanità pubblica dell’Azienda Usl di Parma – per mantenere sia l’attività di allevamento, che quella di  macellazione e di trasformazione degli alimenti a base di carne di maiale. Nella nostra provincia il virus è presente solo nei cinghiali selvatici. Anche su questa specie, sugli animali trovati morti o abbattuti a caccia, effettuiamo i campionamenti per  verificare la presenza del virus”.

Assieme all’Azienda Sanitaria locale, nel lavoro di contenimento della diffusione della PSA è impegnato un gruppo operativo territoriale, presieduto da Marco Pierantoni,  costituito da veterinari e professionisti appartenenti a: Polizia Provinciale, Ufficio Territoriale Sicurezza Territoriale e Protezione Civile, STACP (referenti pesca e acquacoltura) di Parma, ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità dell’Emilia occidentale e Prefettura di Parma.

Sugli animali rinvenuti morti – continua Pierantoni – è importante la collaborazione di tutti: in caso di ritrovamento di carcasse di cinghiali occorre chiamare il numero unico regionale, che attiva il servizio veterinario per il campionamento. Infine – conclude il direttore – desidero ringraziare tutti coloro che collaborano in questa azione di contenimento del virus, per citarne alcuni: gli ambiti territoriali di caccia, tante associazioni di volontariato locale, il locale club Alpino italiano e l’ente gestore dell’autocamionale della Cisa”.

Ricordiamo, dunque, cosa fare se ci si imbatte in una carcassa (anche ossa) di cinghiale: in primis bisogna chiamare il numero unico regionale051.6092124 – attivo 24/7, è inoltre necessario memorizzare la posizione geografica del ritrovamento sul cellulare, per poterla condividere con l’operatore e, infine, scattare una foto se possibile. Queste tre semplici azioni, consentono al servizio veterinario dell’Azienda Usl di Parma di intervenire tempestivamente a ritirare la carcassa e a bonificare l’area.

È importante l’aiuto di tutti perché la PSA è una malattia molto resistente, che persiste per diversi mesi nell’ambiente e nelle carcasse. Inoltre, può diffondersi tra cinghiali e suini oltre che per  contatto diretto e  attraverso alimenti contaminati, anche tramite l’uomo, con le calzature, i vestiti, le attrezzature, le ruote dei mezzi di traporto.

Infine, bisogna fare attenzione a non lasciare nell’ambiente avanzi o rifiuti alimentari, specialmente se contenenti carni di suino o cinghiale e, al rientro da un’escursione, è importante cambiarsi prima di entrare in auto e, una volta riposte in sicurezza, pulire accuratamente le scarpe. Quest’ultimo accorgimento è particolarmente importante per chi lavora in allevamenti di suini.

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Tag: , , , , , , , , Last modified: Aprile 22, 2024
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