PARMA (mercoledì 19 giugno 2024) – Una maxi frode fiscale da 62 milioni di euro, consumatasi in un arco temporale che va dal 2018 al 2022, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza a Reggio Emilia. L’operazione “Titano“, che ha visto 50 indagati, ha portato avanti 80 perquisizioni che hanno riguardato anche Parma.
di Riccardo Saccoccia
L’indagine ha smascherato società cartiere riconducibili principalmente ad un pregiudicato residente in provincia di Reggio Emilia, “costituite al solo scopo di emettere fatture per operazioni inesistenti nei confronti di terze società, presunte utilizzatrici delle stesse, al fine di consentire alle stesse l’evasione delle imposte sui redditi e dell’IVA, a beneficio della consorteria criminale”, spiegano le Fiamme Gialle.
Le cartiere, ovvero quelle imprese che emettono fatture per operazioni inesistenti consentendo a imprese produttive di utilizzarle a fini di evasione fiscale, di riciclaggio o per altri scopi illegali, risultavano esercitare formalmente attività di commercio all’ingrosso di prodotti petroliferi, macchine per l’edilizia, imballaggi, computer e commercio al dettaglio di prodotti via internet. Le società utilizzatrici, invece, operano nel campo del commercio all’ingrosso degli imballaggi, dell’edilizia e dell’abbigliamento.
I sigilli sono scattati per 8 società presenti in Italia e per 9 dei rappresentanti legali e/o amministratori delle stesse, per le quali il Giudice ha stabilito che, grazie alla frode perpetrata, hanno conseguito un profitto illecito di 6 milioni di euro. Dall’operazione “Titano” sono risultate coinvolte, principalmente, le province di Brescia, Bergamo, Milano, Mantova, Reggio Emilia, Parma, Modena, Napoli, Roma, Torino e Verona.
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