Scritto da 6:11 pm Parma, Cronaca

Parma: si allarga l’area soggetta a restrizioni per la peste suina

Il consigliere regionale Fdi, Tagliaferri, incalza per velocizzare la scelta del commissario regionale

PARMA (mercoledì 17 aprile 2024) – Si allarga nel territorio di Parma l’area soggetta a restrizioni per via del contagio da peste suina. Come riporta anche l’edizione locale del quotidiano La Repubblica, nella zona II a livello di restrizioni sono stati ora compresi anche: Sala Baganza, Fornovo di Taro, Terenzo, Collecchio, Solignano, Varano Melegari, Noceto, Medesano, Felino, Salsomaggiore Terme, Pellegrino Parmense, Calestano, Bore, Tornolo, Bedonia, Compiano, Albareto, Bardi, Borgo Val di Taro, Varsi, Valmozzola, Berceto.

di Luca Bovio

Per zona II si intende un’area in cui è stata ritrovata una carcassa di cinghiale infetta. In provincia di Parma i primi casi sono stati registrati all’inizio del 2024 e pochi giorni fa è stata rinvenuta una carcassa di cinghiale risultata positiva alla Psa nel comune di Varano de’ Melegari.

Fabio Rainieri, vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, così si esprime in merito: “Le notizie che arrivano dal territorio sono preoccupanti. Non mi riferisco solo alla disposizione comunitaria per cui a Felino e Sala Baganza si dovranno attuare le massime restrizioni dovendo essere considerati territori zona rossa. Ci sono anche notizie di controlli sanitari non effettuati nell’ultimo fine settimana su cinghiali abbattuti a poca distanza da quello in cui è stata ritrovata l’ultima carcassa infetta; di scarsi presidi sanitari per le disinfestazioni“.

Un problema che preoccupa molto i produttori di salumi del parmense, in particolare coloro che fanno parte del consorzio del prosciutto crudo di Parma DOP. Ha così commentato Alessandro Utini, presidente del consorzio: “Desideriamo pertanto tranquillizzare il consumatore e il settore distributivo riguardo al fatto che la malattia non rappresenta alcun pericolo per l’uomo e che né in Italia né nell’Unione Europea vi sono limitazioni alla commercializzazione del nostro prodotto“.

E ha poi continuato: “Le elevate garanzie sanitarie fornite dalla lunga stagionatura del nostro prodotto permettono di mantenere aperti importanti sbocchi per l’export come gli Stati Uniti e l’Australia. L’unico cambiamento di rilievo riguarderà le esportazioni in Canada, Paese verso il quale le aziende produttrici situate in zone di restrizione II (ovvero quelle in cui la Psa è presente nel cinghiale) non potranno più spedire il loro prodotto“.

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Tag: , , Last modified: Aprile 17, 2024
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