Continua a preoccupare la situazione della peste suina africana sul territorio parmense, il primo caso registrato fu lo scorso 29 gennaio fra Tornolo e Bedonia, la filiera agroalimentare del prosciutto rimane a rischio.
di Riccardo Saccoccia
“Quando dicevamo che per combattere la peste suina serve mandare a caccia i cacciatori – dice Roberto Tagliaferri, consigliere regionale di Fdi- e che a farlo doveva essere la Regione evidentemente avevamo ragione”. Con queste parole il consigliere commenta il nuovo regolamento sugli ungulati che la Regione si appresta a varare.
Nello specifico, vengono eliminati tutti i vincoli al numero massimo di esemplari di cinghiale prelevabili e a tutte le assegnazioni per sesso ed età, viene riconosciuta la possibilità di avere un maggior numero di cacciatori nelle azioni collettive in braccata (fino a otto) e girata (fino a quattro), con la possibilità di organizzare le squadre per le braccate anche con un numero ridotto di persone e di cani.
“Noi abbiamo sempre sostenuto il ruolo fondamentale dei cacciatori nelle azioni di contrasto alla Peste Suina Africana: bene che anche la Regione abbia riconosciuto l’importanza del loro coinvolgimento nella gestione dell’emergenza. Si è perso fin troppo tempo cercando scuse e giustificazioni all’assenza di un piano strategico serio di contrasto – incalza Tagliaferro – a questa malattia virale: ora serve accelerare e nominare al più presto anche un commissario regionale: qui c’è in gioco il futuro di un’intera filiera del nostro territorio”.
Già lo scorso 15 febbraio la Regione Emilia Romagna, aveva chiesto lo stato di calamità e il 1 marzo si era discusso delle misure da adottare in Assemblea Legislativa, che aveva visto scendere in campo i partiti con una voce unica, a sottolineare la gravità della situazione.
Tag: agroalimentare, assemblea legislativa, Bedonia, caccia, cani, cinghiali, cronaca, emilia romagna, lega, malattia, norme, parma, peste suina, politica, prosciutto di parma, Roberto Tagliaferri, ungolati Last modified: Marzo 7, 2024