Il report di Legambiente “Mal Aria di città 2024“, redatto per la Clean Cities Campaign, ha evidenziato la necessita, per Parma, di diminuire del 25% le PM10 e del 35% le PM2.5.
di Riccardo Saccoccia
I livelli attuali delle città italiane sono stabili da diversi anni, in linea con la normativa attuale, ma restano distanti dai limiti normativi che verranno approvati a breve dall’UE, previsti per il 2030 e dai valori suggeriti dall’OMS.
Nello specifico, il report di Legambiente ha analizzato i dati del 2023 nei capoluoghi di provincia per quanto riguarda: i livelli delle polveri sottili (PM10, PM2.5) e i livelli di biossido di azoto (NO2).
I dati del 2023 hanno evidenziato un miglioramento rispetto all’anno precedente, nonostante questo sia probabilmente attribuibile alle condizioni meteorologiche “favorevoli” che hanno caratterizzato il clima dello scorso anno.
Nonostante il quadro positivo dello scorso anno, i dati di queste prime settimane del 2024 non sono incoraggianti.
Già dal 21 gennaio, infatti, la regione è infatti soggetta alle misure emergenziali a causa dell’eccessiva presenza di inquinanti nell’aria, che, senza piogge o vento, avvolgono le città.
In alcune città dell’Emilia-Romagna sono stati già quasi raggiunti i cosiddetti “sforamenti”, ovvero i giorni nei quali è possibile superare il livello di inquinanti “consentiti” nell’aria. Per Parma nello scorso anno sono stati in totale 22, per quanto riguarda il PM10, mentre dall’inizio di quest’anno se ne sono registrati già 12.
Tag: 2023, Ambiente, inquinanti, Legambiente, OMS, Organizzazione mondiale della sanità, polveri sottili, report Last modified: Febbraio 9, 2024